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Una docente agli studenti di Medicina di Bari

  • Claudio Frascella
  • 8 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

«Andate a consegnar pizze!»


«Gli studi andrebbero riservati solo a chi proviene dal liceo classico o scientifico», dice la prof. «Avessi avuto un figlio di venticinque anni lo avrei mandato a fare consegne». Il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini: «Parole inaccettabili se riferite al semestre aperto di Medicina». «La docente avrebbe espresso opinioni durante una pausa manifestando le difficoltà del semestre-filtro», ha detto dal suo canto il rettore dell’ateneo, Roberto Belotti


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«Dovrebbe studiare Medicina solo chi proviene dal liceo classico o scientifico: se avessi avuto un figlio di venticinque anni lo avrei mandato a consegnare le pizze piuttosto che fargli seguire il semestre-filtro», l’opinione della docente. «La rappresentanza studentesca evidenzia preoccupazione rispetto al semestre filtro di Medicina; la docente, invece, avrebbe espresso delle opinioni durante una pausa tra un’ora e l’altra, non durante le lezioni: anche lei intendeva manifestare le difficoltà del semestre-filtro e dell’esigenza di avere una buona preparazione di base», dopo le polemiche, le dichiarazioni del rettore dell’ateneo, Roberto Belotti.

Le opinioni diverse, esposte durante le lezioni, rappresentano il tema del giorno riguardo l’effettivo valore (e le difficoltà) del semestre-filtro a proposito della buona preparazione di base per affrontare gli impegnativi studi di Medicina. Pare, ed è un elemento che non volendo sfugge, perché al centro dell’attenzione viene posto l’elemento discriminante senza estendere il confronto anche su altri livelli. Sono tutte importanti, impegnative, le facoltà universitarie. Come sono altrettanto importanti, e questa considerazione fa il paio con il tema centrale, gli altri lavori, le altre attività.


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LASCIAMO STARE I RIDER…

Proprio su queste colonne abbiamo ospitato considerazioni, confessioni, interviste di chiunque svolgesse un qualsiasi lavoro, fosse del rider che consegna pizze o del corriere che consegna lettere o pacchi. Qualsiasi lavoro, purché fatto con la massima attenzione e professionalità, ha un suo valore, una sua dignità. Ma non ci dilunghiamo altrimenti ci allontaniamo dalla cronaca che, da ieri, ha invaso prima internet e, come accade sempre più spesso, le pagine della stampa, i notiziari, radio e tv.

«Dovrebbe studiare Medicina solo chi proviene dal liceo classico o scientifico». Non solo, si diceva, ma «se avessi avuto un figlio di venticinque anni lo avrei mandato a consegnare pizze piuttosto che fargli seguire il semestre-filtro». Parola di docente.

Queste frasi, assieme ad altre, sarebbero state pronunciate da una docente impegnata nel semestre-filtro della facoltà di Medicina dell'Università Aldo Moro di Bari al termine di una lezione. L’episodio sul quale se ne discute ancora in queste ore, è stato denunciato dal sindacato studentesco Udu di Bari, dopo aver raccolto la testimonianza dei ragazzi presenti.

 

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«STUDENTI INDIGNATI»

«Gli studenti si sono indignati e ce lo hanno riferito», alcuni dei passaggi di quanto asserito da Adriano Porfido, dell’esecutivo di Udu Bari agli organi di informazione, fra questi l’Agenzia giornalistica Ansa. «A preoccuparci – riferisce Porfido – non è tanto il singolo episodio, ma l’impatto che queste frasi hanno avuto sugli studenti; il semestre-filtro è frequentato da persone con estrazione molto variegata, alcune più fragili o grandi di età: studenti sottoposti in queste settimane a un tour de force iper performante: il nostro timore è che questi ragazzi possano avere paura che possano demotivarsi e abbandonare: si tratta, comunque, di una riforma per noi fallimentare».

La stessa associazione spiega, inoltre, di voler incontrare quanto prima la docente, della quale non rivela l’identità, in modo che questa possa scusarsi per frasi delle quali sicuramente non ha immediatamente compreso la gravità: è giusto che possa chiarire con gli studenti».


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«TRADIREBBE LA MISSIONE»

Sul tema è intervenuta il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini. «Fosse andata così, queste sono parole che tradirebbero la stessa missione dell’Università – il suo intervento – fondata sul rispetto, sull’inclusione e sul valore del merito; parole che diventano ancora più inaccettabili se riferite al semestre aperto di Medicina, pensato per superare test di ingresso e corsi di preparazione privati; un sistema che allarga le opportunità, garantisce l’accesso indipendentemente dalle condizioni economiche e valorizza i talenti e le aspirazioni di migliaia di giovani: mi auguro che l’Ateneo e la docente possano chiarire al più presto l’accaduto, perché nessuno studente deve sentirsi escluso o umiliato nel suo diritto di studiare».

«Ho parlato sia con la rappresentanza studentesca che ha riferito l’episodio, sia con la docente – ha detto dal suo canto il rettore dell’ateneo, Roberto Belotti – una prima considerazione ridimensionerebbe il tema». «La rappresentanza studentesca – ha proseguito Belotti – voleva evidenziare lo stato di preoccupazione che ha la componente studentesca rispetto al semestre filtro di Medicina; la docente, invece, ha espresso delle opinioni durante una pausa tra un’ora e l’altra, non mentre faceva lezione: anche lei stava manifestando le difficoltà del semestre filtro e dell’esigenza di avere una buona preparazione di base, ma non voleva assolutamente scoraggiare le studentesse e gli studenti». Il caso sarebbe ridimensionato, dunque: «Chiariremo tutto in un incontro tra la docente e le rappresentanze, a cui parteciperò anche io, nelle prossime ore», ha concluso il rettore.

 
 
 

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