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Trump-Netanyahu

  • Claudio Frascella
  • 17 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

«Non puoi combattere contro tutti!»


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Le prime parole al telefono dal capo di Stato americano a quello israeliano. «Sì, lo capisco», gli avrebbe risposto Bibi. Inattesa reazione dell’opinione pubblica mondiale. Secondo questa sarebbe stato un tentativo di genocidio contro un popolo

«Accordo Israele-Hamas? Senza la reazione mondiale contro il genocidio a Gaza, non ci sarebbe stato». E, per dirla tutta, ma questa è una opinione dello stesso giornalista: «Il vero vincitore è Erdogan, Israele ora ai confini ha una grande potenza non amica». Lo ha detto durante un dibattito su La7 Lucio Caracciolo, direttore di “Limes”, rivista Italiana fondata e diretta dallo stesso giornalista-editore.

Guardiamo poca televisione. Non facciamo gli snob sconsigliando trasmissioni leggere o pseudo tali, da quelle che parlano di dame in cerca di cavalieri, di naufraghi in cerca di un pasto al sole. Ognuno è padrone di scegliere quello che gli va, ci mancherebbe altro. Ce ne sono ancora di quelle che vomitano e fanno mirabolanti processi in diretta tv, con il cuore ancora caldo riverso su un marciapiedi.


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OTTO E MEZZO, NON BASTA

Poi, ogni tanto, quando senti il desiderio di confrontarti con un tema, ecco sbucare dal “26 pollici”, un programma de La7 o di Sky. «Trump ha telefonato – ha detto Caracciolo a Otto e mezzo – a Bibi e gli ha detto: “Israele non può combattere contro il mondo”. E Bibi, pare, gli abbia risposto: “Sì, lo capisco”. In uno dei pochi programmi funzionali (e simili ce ne vorrebbero altri, ma anche da punti di vista diversi). Già questo scambio di battute tra il presidente degli Stati Uniti e il premier israeliano registra una realtà: l’opinione pubblica mondiale, o quasi, ha reagito in maniera inusuale a quello che è effettivamente qualcosa di molto inusuale, cioè il tentativo di genocidio di uno Stato contro un popolo. Questo è un dato di fatto».

Senza questa pressione internazionale, in buona sostanza, le cose non sarebbero andate così. Se c’è un grande vincitore, spiega il giornalista, il grande vincitore di questa partita sarebbe Erdogan, perché ha ottenuto un mandato quasi totale dagli americani. In queste ore, se non ci fossero cambiamenti all’orizzonte, i turchi sarebbero praticamente a Damasco e saranno presto a Gaza». Prospettiva che significherebbe – ma risolviamo un problema per volta – che Israele si troverebbe ai confini una grande potenza tutt’altro che amica.


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ULTIME DA GAZA E DALL’ITALIA

Il valico con l'Egitto, dove numerosi camion carichi di aiuti per Gaza attendono, sarà riaperto in un "secondo momento". Gli aiuti entreranno da altri valichi, come Kerem Shalom. Hamas afferma che sono stati restituiti i corpi raggiungibili e che ha bisogno di attrezzature extra per consegnare le salme di tutti gli ostaggi. Ma Trump avverte: "Se non rispettasse l'accordo, le forze israeliane potrebbero tornare in campo". Italia pronta a inviare soldati nell'ambito della Forza internazionale di stabilizzazione.

Cogat, l'agenzia di aiuti militari israeliana, secondo fonti autorevoli, spiega che sono in corso i preparativi con l'Egitto per aprire il valico di Rafah al transito delle persone, ma la data dell'apertura sarà annunciata in un secondo momento. Gli aiuti umanitari non passeranno attraverso il valico di Rafah, ma continueranno ad entrare nella Striscia di Gaza attraverso altri valichi, tra cui quello di Kerem Shalom. Hamas afferma che sono stati restituiti i corpi raggiungibili e che ha bisogno di attrezzature extra per consegnare le salme di tutti gli ostaggi. Ma Trump avverte: "Se non rispettasse l'accordo, le forze israeliane potrebbero tornare in campo non appena lo dirò io".

Intanto l'Italia è pronta a inviare soldati a Gaza nell'ambito della Forza internazionale di stabilizzazione prevista dal piano. La notizia è stata fornita dal ministro degli Esteri degli Esteri, Antonio Tajani, invitando unità di intenti tra tutte le forze politiche. Apertura di PD e M5S.


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