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Tim Van de Velde, invece di tagliare il traguardo soccorre un avversario

  • Claudio Frascella
  • 21 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Mondiali, c’è un campione assoluto


Scene d’altri tempi. Evocano Dorando Pietri, l’italiano che giunse primo aiutato dai giudici: squalificato. Il venticinquenne atleta belga, ormai tagliato fuori dalla gara, l’altro giorno torna sui suoi passi e soccorre il colombiano Carlos San Martin. De Coubertain avrebbe condiviso: l’importante è partecipare


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«È stato un gesto naturale, la sfortuna continua a perseguitarmi, questa è la terza competizione importante in cui mi ritrovo a terra: sono super deluso, avevo ottime gambe e con questa caduta è crollato tutto; poi ho avuto tutto il tempo per pensare negli ultimi giri e quando ho visto un altro in difficoltà, mi sono detto “perché no”. Dopotutto, la mia gara era rovinata. Non è stato molto: solo un bel gesto». È stato nobile, che non è il colore di una medaglia, ma vale tanto. Paolo Fiorenza, che coordina l’informazione del sito fanpage.it, chiude così lo spazio dedicato al bel gesto di un atleta belga di venticinque anni, Tim Van de Velde, che invece di tagliare il traguardo in una gara di qualificazione, vede un avversario in difficoltà, come lui coinvolto in gara in una terribile caduta, si ferma prima del traguardo e torna indietro. Quando si dice sport.

Quando abbiamo visto quella scena, non in un campo di periferia – cosa che ci avrebbe impressionato allo stesso modo, beninteso – ma sul palcoscenico più importante sul quale una competizione possa svolgersi, insieme alle Olimpiadi, cioè i Mondiali di Atletica, ci è venuta in mente una delle immagini più iconiche dello sport: il “soccorso” a Dorando Pietri ad una maratona. Andiamo per gradi, altrimenti rischiamo confusione nel mescolareattualità e leggenda.


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DA UN VINCITORE MANCATO…

Pietri. Primi del Novecento, numerose vittorie, tra le quali i titoli dei 5000 metri e 20 km ai Campionati italiani. E’ il 24 luglio del 1908. In programma, la maratona alle Olimpiadi di Londra. Quando i chilometri all’arrivo iniziano ad essere pochi, Dorando parte all’attacco fino ad arrivare in testa alla gara. A un chilometro dal traguardo, quando il suo distacco sul secondo appare incolmabile, la catastrofe: sopraggiunge, improvvisa, la crisi.

A quelle Olimpiadi di Londra la gara della maratona si disputa sulla distanza di 42,195 chilometri invece dei consueti 40, come ad Atene nel 1896. Ci fossero state le vecchie regole, Dorando avrebbe già vinto. Ma qui il tempo si allarga, ogni metro diventa pesante. L’atleta italiano inizia a rallentare, il suo passo incerto. Gli ultimi 500 metri li percorre camminando. E’ a quel punto che la storia diventa leggenda: interviene in suo aiuto uno dei giudici. Impugna il megafono con una mano, con l’altra, aiutato da un collega, sostiene Pietri fino al traguardo. Dorando è primo, ma squalificato. Il regolamento, tassativo, esclude aiuti esterni.

Di scene così non se ne contano tante, fino all’altro giorno, quando, però, in palio non c’è una medaglia d’oro, un gradino del podio, un posto di consolazione, ma il bel gesto, il nobile gesto, come riporterà fanpage.it

 


Fonte: Pagina X, @EuroAthletics
Fonte: Pagina X, @EuroAthletics

…A UN VINCITORE ASSOLUTO

Dalla leggenda, l’immagine che campeggerà ancora per decenni sui pc di tutto il mondo, fra i prime tre, quattro scatti olimpionici insieme con la vittoria e il pugno nero mostrato da Smith e Carlos nel ’68 a Città del Messico, le sette medaglie di Spitz nel ’72 a Monaco e le otto di Phelps a Pechino nel 2008. Dunque, il bellissimo gesto di Tim Van de Velde ai Mondiali di atletica leggera a Tokyo. Il siepista belga si ferma prima del traguardo, torna indietro. Quando ha capito che alle sue spalle c’era qualcuno in difficoltà. La sua gara era già compromessa, però vincere non è l’unica cosa che conti nello sport. E neanche partecipare, secondo De Coubertin. Conta fare quello che è giusto, nella vita come nello sport.

Alla fine di questa esperienza, Tim Van de Velde torna a casa senza medaglie, ma con la consapevolezza di aver nobilitato lo sport al suo massimo, nella sua accezione più pura. L’atleta belga, spiega fanpage, si è fermato a pochi metri dal traguardo della batteria dei 3000 siepi. Sente alle sue spalle qualcuno in grande difficoltà. Torna indietro e accompagna all’arrivo il colombiano Carlos San Martin dandogli una spalla: i due superano insieme la linea del traguardo. Ultimi ma applauditi come se fossero stati i primi della batteria. Mentre i Mondiali non hanno ancora chiuso i battenti, si può dire che se c’è un vincitore assoluto, questo è Van de Velde.

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