Teho Teardo dedica una sua composizione a una delle icone di Taranto
- Claudio Frascella
- 7 ore fa
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Il Ponte, magnifico canyon
Di passaggio dalla Città dei Due mari, il compositore friulano è rimasto colpito da una straordinaria immagine: il Canale navigabile, come se fosse una profonda vallata. Come quelle “gole” naturali viste in documentari e film western firmati da John Ford. La musica originale commissionata dall’Associazione Le Corti di Taranto, presentata alla stampa nei giorni scorsi. Ascoltabile mediante QR Code, solo sul posto

Un compositore di statura internazionale, Teho Teardo, friulano, cinquantotto anni appena compiuti, di passaggio da Taranto, pernotta nella Città dei Due Mari. Attento, creativo all’inverosimile, si affaccia dalla stanza dell’albergo nel quale è ospitato, e registra qualsiasi cosa passi attraverso quel canale, che poi è “Il Canale”, osservato speciale dal Ponte girevole, unica costruzione, identitaria, di una città famosa in tutto il mondo grazie a un capolavoro di ingegneria. Tempo dopo, in qualità compositore, musicista, artista di livello, viene contattato dall’Associazione Corti di Taras, che intende proseguire nel progetto Quadri Sonori. Dotare la città di Taranto di musiche originali da ascoltare mediante QR Code solo nei luoghi più suggestivi, più iconici della città: il Duomo, il Museo archeologico nazionale, la Concattedrale, il Monumento ai marinai. «Maestro, ha un’idea per Taranto?», gli chiedono. E lui. «Sapete che stavo pensando di cominciare a lavorarci?». «Bene, a noi servirebbe subito, non si offenda, come il pane: abbiamo il compito di dare a questa città una serie di Quadri sonori in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026», gli dicono.

HO PENSATO AL PONTE…
«Il posto al quale dedicherei il mio lavoro, è il Ponte girevole, qualcosa di affascinante e che ha tutto l’aspetto di un canyon, è questa immagine che ho nella mia mente dal mio passaggio da Taranto». Senza portarla per le lunghe, detto-fatto. Nei mesi di ottobre e novembre, Teardo ci lavora e, alla fine, confeziona un piccolo capolavoro presentatosabato 29 novembre sul Terrazzo del Castello Aragonese, con affaccio sul “Canyon”. Un successo. Dalla fine del mese scorso i tarantini, i visitatori, i turisti, potranno ascoltare questa composizione originale – è bene ribadirlo, in nessuna altra parte del mondo, in alcun manufatto – ammirando la bellezza meccanica del Ponte girevole, ma immaginando di trovarsi a cavallo proprio di un canyon, come quelle profonde vallate a forma di corridoio viste in tanti documentari e film western firmati di John Ford.
«“Il Canyon di Taranto” – ha spiegato Teardo – l’ho composto fra ottobre e novembre; èpartitura che prevedeva una sezione d’archi ed elettronica e per realizzare questo mi sono avvalso della straordinaria collaborazione dell’Orchestra ICO della Magna Grecia. Il “Canyon” è una composizione che si basa su registrazioni ambientali notturne che ho effettuato sullo stesso Ponte girevole; un ponte che si trova in un luogo molto interessante dal punto di vista acustico perché alle sue estremità si stagliano le facciate dei palazzi del Borgo Antico e del Borgo Nuovo; il suono circostante rimbalza continuamente tra questi due lati creando risonanze particolari».

… E A CANALE, UNA VALLATA
«Le acque del canale sottostante, che collega il Mar Grande al Mar Piccolo – prosegue il compositore – consentono a questi segnali sonori di mescolarsi tra loro continuando a rimbalzare nell’aria e nell’acqua, come se la loro durata potesse allungarsi nel tempo. Non c’è solo il ponte a collegare la Città vecchia a quella nuova, ma il suono che fluttua nell’aria rimbalzando continuamente tra edifici ed acqua. Dal Ponte è facilmente avvertibile, soprattutto di notte quando il traffico è quasi assente».
«Dentro quel suono – conclude Teardo – ho trovato brevi pattern ritmici, rumori che arrivano dal porto, versi e frammenti di melodie cantate dagli uccelli che sorvolano l’area, brandelli di voci e altri suoni indistinti che ho impiegato per scrivere le parti ritmiche e melodiche di questa composizione; il suono della città entra direttamente nella musica attraverso i detriti sonori di questo luogo speciale».









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