Stupri, percosse, lividi, difese vergognose
- Claudio Frascella
- 3 set
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 10 set
Una violenza dopo l’altra
E poi siti e commenti sessisti. Un processo che sta per concludersi e vede imputato il figlio di un personaggio televisivo e politico. La posizione dell’avvocata Bernardini de Pace, che guida una clas-action. Una diciottenne, intanto, violentata in provincia di Milano. I commenti di alcuni sciacalli e la scoperta di un sito sessista

«Quanta violenza sotto questo cielo», recitava un testo di Renato Zero. Una delle sue canzoni più rappresentative, scritte e interpretate con rara sensibilità per parlare, in generale, di quanta violenza si consumasse ovunque.
La violenza sulle donne non si ferma un solo attimo. E’ sufficiente digitare il tema peggiore che circoli da tempo, da anni, a proposito di abusi. Vogliamo parlare di femminicidi? Centinaia ogni anno. Come vadano a finire queste brutte vicende, efferati delitti, non è semplice saperlo.
Tanti anni fa, era il 1979, in Rai fu programmato “Processo per stupro”, un documentario realizzato da sei giovani programmiste, filmaker e registe: Loredana Rotondo, Rony Daopulo, Paola De Martis, Annabella Miscuglio, Maria Grazia Belmonti, Anna Carini. Che fosse un successo, c’era da aspettarselo, il tema era di quelli scottanti, ma che scuotevano le coscienze. Fu il primo documentario su un processo per stupro trasmesso dalla tv pubblica. Un documento che ebbe una vastissima eco nell’opinione pubblica in seguito al dibattito scaturito a proposito della legge contro la violenza sessuale.

UN PROCESSO CHE HA FATTO STORIA
In quelle raccapriccianti sequenze, la malcapitata era la vittima, violentata per una seconda volta dal linguaggio usato in aula, quasi a canzonare la povera vittima con gesti e parole usati da alcuni legali. «Questo non deve più accadere!», si disse all’epoca. Ma non deve essere successo tanto altro ancora se la famosa matrimonialista, Annamaria Bernardini De Pace, proprio in queste ore ha rilasciato dichiarazioni forti alla stampa. Dichiarazioni raccolte con la solita puntualità dall’Ansa, agenzia giornalistica italiana.
La legale, insieme con un pool di dodici legali, ha già raccolto centinaia di segnalazioni di donne, soprattutto mediante associazioni coalizzatesi contro il forum sessista “Phica”. E’ dalla serie di denunce presentate da associazioni e singole donne che hanno subito violenza di ogni tipo che è iniziato il lavoro della Bernardini de Pace e degli altri avvocati per intraprendere azioni penali, con tanto di denunce, e civili, con richieste di risarcimento alle piattaforme come quella diventata bersaglio in questa sorta di class-action.
«Lo scopo – ha spiegato non senza quel senso di provocazione la nota matrimonialista – di “violentare” la giurisprudenza, così come sono state violentate queste donne che hanno subito uno stupro di gruppo: se riuniremo mille denunce forse i giudici si preoccuperanno di questo fenomeno».
«UNA BOTTA EDUCATIVA AGLI UOMINI»
«E’ il momento – ha proseguito la nota legale – che le donne si rendano conto che bisogna approfittare di questa situazione per dare una botta educativa agli uomini, oppure gli uomini ne usciranno rafforzati nelle loro convinzioni di poter restare impuniti e continuare a ricattare le donne, anche nel loro ruolo di mogli e madri: è tempo di dimostrare che esiste la sorellanza, dipende da noi oppure saremo destinate a perdere».
A partire da oggi il pool di avvocati inizierà a verificare tutte le segnalazioni acquisendo le procure legali per studiare come risolvere, una volta per tutte tutto questo dopo aver già raccolto giurisprudenza, dottrina e riferimenti normativi, dando lettura nuova ai social e alle piattaforme.
A proposito del sito Phica.eu. Ci sarebbe un quarantacinquenne residente a Firenze dietro questo sito finito al centro dello scandalo delle foto rubate anche a donne impegnate nella politica, influencer e attrici.

SMASCHERATO UN SITO SESSISTA
E’ il quotidiano Domani a rivelare l’identità dell’uomo sul quale si starebbero concentrando le indagini. Considerato l’amministratore del sito www.phica.eu, l’uomo sarebbe già stato ascoltato a Firenze dopo la denuncia presentata dalla sindaca di Firenze, Sara Funaro. Le foto della prima cittadina, assieme a quelle di altre donne impegnate nella politica, erano finite sul sito in questione con commenti sessisti e volgari.
Intanto si è aperta ieri la prima delle due udienze finali del processo celebrato a Tempio Pausania nei confronti di Ciro Grillo, figlio del popolare comico Beppe Grillo, e di suoi tre amici genovesi, accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo-norvegese, all’epoca dei fatti 19enne, e di una sua amica coetanea.
Imputati considerati inattendibili, avrebbero adattato la loro versione a seconda delle indagini; la ragazza, invece, «ha sempre ripetuto le stesse cose senza mai cambiare versione alle sue dichiarazioni. A fine dibattimento il procuratore Gregorio Capasso ha confermato la contestazione di stupro di gruppo e le richieste di condanna degli imputati a nove anni.

E NON FINISCE MICA IL CIELO
Intanto, altra violenza nel Milanese. Una diciottenne è stata stuprata. Durante l’atto violento la vittima avrebbe lottato per un’ora, riportando lividi su tutto il corpo. L’aggressione è avvenuta mentre la vittima stava andando a prendere un treno per tornare a casa.
«Cosa ci faceva da sola a quell'ora in strada?»; «ma non poteva farsi accompagnare?». Questi solo alcuni commenti riportati sui social dopo l’aggressione di San Zenone al Lambro, dove la ragazza è stata trascinata a violentata nella zona della stazione ferroviaria.
Alcune piattaforme hanno già provveduto a cancellare questi commenti riprovevoli. «E’ un fenomeno vergognoso – ha dichiarato Arianna Tronconi, sindaco della cittadina in provincia di Milano – che rende le vittime delle aggressioni vittime per la seconda volta: circa gli utenti delle piattaforme locali, alcuni si sarebbero lamentando la mancanza di democrazia». Giustificare vergognosi atti di violenza: chiamala democrazia!








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