<strong>Orecchiette, Bari insorge</strong>
- comunicazione283
- 19 dic 2024
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Le accuse: opererebbero senza considerare norme igieniche. Qualcuna avrebbe spacciato prodotti industriali per “fatti a mano”. «Nessuna truffa: sono orecchiette essiccate artigianalmente, per una questione di igiene», assicura Nunzia, la star della Città vecchia. «E’ nostro preciso impegno tutelare una tradizione che risale ai nonni dei nostri nonni: le artigiane potranno essere accompagnate dall’Amministrazione comunale in un percorso virtuoso», dice Vito Leccese, sindaco del capoluogo
Siamo stati fra i primi a scrivere di Bari vecchia e delle orecchiette. Poi è arrivata la superstar delle “orecchiette fatte in casa”, Nunzia. Infine, alla più veloce pastaia di Bari vecchia, abbiamo dedicato un ampio servizio nel quale scrivevamo che la sua specialità “fatta rigorosamente a mano” aveva conquistato anche l’India. Infatti, uno degli uomini più ricchi al mondo, Anant Ambani, aveva invitato Nunzia a prendere parte alla cerimonia prenuziale (con la fidanzata Radhika Merchant), inserendo nel menu previsto le orecchiette “made in Puglia”. Con tanto di presenza di Nunzia, a vista, proprio nella località indiana prescelta dal miliardario per mostrare non solo la manifattura, ma anche come venissero realizzate le orecchiette.
Ma veniamo alla notizia, anzi “alle notizie” che circolano in queste ore. Perché se è vero che Nunzia sia stata oggetto di una multa, anche a seguito di una trasmissione televisiva della Rai, è anche vero che la pastaia numero uno di Bari vecchia, insieme con le colleghe, abbia minacciato una sorta di stato di agitazione. Il suo e l’altrui impegno, in buona sostanza, sarebbe quello di promuovere non solo un brand (le orecchiette), la stessa Bari e la Puglia. Insomma, Comune e Regione, detta in soldoni, dovrebbero perfino intervenire in solido a riconoscere l’aspetto pubblicitario esercitato dalle pastaie baresi.
DIFENDIAMO IL BRAND
E poi, un risvolto, che ha provocato grave disagio alle maestranze. Nei giorni scorsi sono stati trovati cartoni smaltiti nella raccolta rifiuti nei quali erano state contenute “orecchiette industriali”. Da qui il sospetto, mai concretizzatosi in denuncia, che qualche pastaia giocasse qualche brutto scherzo a baresi e turisti, che avrebbero acquistato “orecchiette fatte a mano” allo stesso prezzo delle “orecchiette industriali”. Una furbata, ai danni di chi, invece, fa questo lavoro per “guadagnarsi la giornata” (ad onore del vero non sappiamo se, più o meno, rilasciando regolare scontrino con tutto quello che ne consegue).
Le orecchiette fatte a mano e vendute nei vicoli di Bari vecchia, erano finite negli spot di noti stilisti, come riporta l’Agenzia giornalistica Ansa, continuano a far discutere. In questi anni, tanto per gradire, hanno fatto bella mostra sulla prima pagina del New York Times, ma non per giovarsi di benefici, bensì in seguito alla vendita dei “manufatti” senza scontrino, né lista degli ingredienti. Praticamente, dopo quella strapazzata internazionale, in questi ultimi giorni le famose orecchiette di Bari vecchia tornano sotto i riflettori. Ci sarebbe il sospetto che queste non siano davvero tutte fatte in casa, ma che alcune siano industriali, e cioè acquistate all’ingrosso e spacciate ai turisti per “orecchiette fatte a mano”.
BLOGGER “SCATENATI”
Fra i dubbi, quelli sollevati da “food blogger” che hanno parlato e scritto di «scarse condizioni igieniche in ristoranti improvvisati in case private». Da qui la risposta piccata e di forza promossa dalle pastaie hanno deciso di organizzare uno sciopero.
E Nunzia? E’ fra le prime ad intervenire in soccorso alla categoria. «Non c’è nessuna truffa – ha spiegato all’Ansa – sono orecchiette essiccate artigianalmente, fatte a mano: dobbiamo farle seccare per una questione di igiene; i turisti che visitano la Città vecchia e acquistano i nostri prodotti, le portano a Parigi, in America, e naturalmente hanno bisogno di quelle ben secche, perché sono resistenti e non si guastano nel trasporto». Il rischio avanzato dalle pastaie dalle è il pericolo-muffa. «Cosa dobbiamo fare – domanda alle autorità la produttrice di orecchiette più famosa al mondo – rinunciare a questo lavoro, a questa tradizione pluriennale? Dateci disposizioni, noi siamo pronte ad accoglierle perché vogliamo lavorare in maniera serena».
NUNZIA E IL SINDACO
La risposta del sindaco di Bari, Vito Leccese, non si è fatta attendere. «E’ nostro preciso impegno – ha dichiarato – tutelare una tradizione che risale ai nonni dei nostri nonni: la strada delle orecchiette esercita un richiamo turistico straordinario perché è sempre stata fino ad ora testimonianza di autenticità; tutto questo va salvaguardato, unitamente alla tutela dei consumatori e degli acquirenti: le artigiane di Bari vecchia potranno essere accompagnate dall’Amministrazione comunale in un percorso virtuoso che consenta di tenere in vita tradizione, appeal turistico e rispetto delle regole».
Per la cronaca. La protesta è durata mezza giornata. Una volta incassate rassicurazioni da parte dell’Amministrazione cittadina, le “orecchiettatrici” sono tornate al lavoro. Per la gioia dei baresi, dei turisti e del brand “Made in Bari”.











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