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<strong>Gladys, una ragazza di centotré anni!</strong>

  • comunicazione283
  • 14 gen 2024
  • Tempo di lettura: 3 min


“Sono stata lasciata da mio marito, da quel momento ho trovato stimolante spendermi per il prossimo. Sto al telefono, do consigli ai miei pazienti, rispondo alle loro domande, scrivo libri”. Una storia pescata dal Wall Street Journal

Gladys, centotré anni, medico. Ancora in attività. Segue i suoi pazienti stando al telefono, suggerendo dall’alto, di più, della sua secolare esperienza standosene con una cuffia, come le moderne telefoniste che fanno sondaggi, vendono tariffe telefoniche e abbonamenti alle pay-tv.

Secondo qualcuno la vita comincia a quarant’anni, ci scrive un libro, ci fa un film, diventano entrambi un successo e un modo di dire; secondo altri, sono i cinquanta l’età giusta nella quale svoltare: non si è attempati, si è ancora brillanti, qualcuno si sente perfino giovane.

E poi c’è Gladys. Gladys McGarey, secondo la quale l’età è solo un fatto anagrafico, uno stato mentale: lei, i suoi centotré anni non se li sente addosso. Ha superato brillantemente il secolo e tanto, ma davvero tanto da raccontare. Comincia e quasi non la smette più. Merito del Wall Street Journal, che l’ha convinta a raccontarsi. E del nostro Fatto Quotidiano, che fa rassegna politica internazionale e quando si imbatte in una notizia singolare, fa bene a raccontarla ai suoi lettori.

MEDICO IN PRIMA LINEA

Gladys, sorriso contagioso, evidentemente sarebbe una ex dottoressa. Invece, non solo è medico, scrive anche – a conferma della sua brillantezza – tanto che ha pubblicato di recente un libro. Come si diceva, sente i suoi pazienti al telefono, dà loro consigli e conta qualcosa come quasi cinquantamila follower su Instagram, che di questi tempi è, come dire, “tanta roba”. Alla domanda su come l’instancabile dottoressa sia ancora attiva e, soprattutto, così in forma, la risposta è di quelle semplici: “Occorre avere uno scopo nella vita, qualcosa per cui vivere”.

Al Wall Street Journal, il quotidiano internazionale pubblicato a New York negli Stati Uniti, con una media di due milioni di copie stampate ogni giorno, Gladys ha confessato come e quando ha capito che piangersi addosso non aveva alcun senso. Senza troppi giri di parole: “Quando mio marito mi ha lasciato per un’altra donna, io avevo quarantasei anni: ho sofferto e tanto. Poi, una volta recuperato il ragionamento, mi sono posta la domanda centrale della mia vita, che poi è la risposta a quanto continuo a fare, e cioè: “Posso passare tutta la vita a disperarmi?”.

IL DIVORZIO, UNA MAZZATA

La richiesta di divorzio l’ha letteralmente mandata a pezzi. Separazione e addio definitivo erano stati indigesti. Una condizione che c’è voluto un bel pezzo di vita per elaborarla. “Posso dire solo di essermene fatta una ragione una decina di anni fa: incredibile, vero? Da quel momento ho compiuto un primo bilancio, cominciando a dare valore alle cose belle che avevo vissuto durante il mio matrimonio e non rimpiango un solo minuto di essere stata una moglie poi lasciata: la mia vita, infatti, con il passare del tempo ha avuto contorni straordinari”.

Gladys è cresciuta in India con i suoi genitori. Loro erano medici missionari. Lei ha seguito le orme dei genitori, ha fondato l’American Holistic Medical Association, ha messo al mondo sei figli e quando ha chiuso la sua attività negli Stati Uniti, ha scelto di andare in Afghanistan per aiutare e istruire le donne delle zone rurali su pratiche di parto più sicure.

Oggi, Gladys, che il Cielo l’assista, a centotré anni, si dedica ai suoi pazienti, ma anche ai libri e ai social. Il segreto della sua longevità? Non ne fa mistero: “Seguo una dieta sana, dormo nove ore, uso un triciclo per adulti e compio una media di quattromila passi al giorno. Tutto qui”. E non ci pare poi così poco.

 
 
 

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