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<strong>«E noi ci compriamo la California…»</strong>

  • comunicazione283
  • 26 mar
  • Tempo di lettura: 3 min


Il presidente USA aveva tuonato. «Prendiamoci la Groenlandia!». Puntuale arriva la risposta, con petizione (200mila firme in poche ore) del Paese al quale appartiene l’isola più grande del mondo. A questo punto, occhio a San Marino, l’Italia per pochi euro rischierebbe l’invasione. Fantapolitica, ma la gara è ormai a chi le spara più grosse

«Trump vuole la Groenlandia? E noi ci compriamo la California». La petizione che spopola in Danimarca, in queste ore, a prima vista ha del grottesco. Ma, attenzione: mai prendere le cose sottogamba. Rivoluzioni, persecuzioni, epurazioni, spesso sono scaturite da paradossi. Da ragionamenti privi di contenuti, se non esagerazioni, che poi sono le moderne fake news. Ma qui c’è poco da “fakare”, così come c’è poco da ridere. Dopo che Donald Trump, presidente USA, ha manifestato il suo desiderio, quello di “prendersi” la Groenlandia con politici indigeni compiacenti, tanto da indire un referendum unilaterale, senza consultare il Paese cui appartengono, il tema del “Tu prendi? Io compro!” non solo è diventato virale, ma anche preoccupante.

L’appello online invita i danesi a contribuire ai fondi per comprare la California. Già raccolte oltre 200mila firme. «Tu vuoi la Groenlandia? E noi ci prendiamo la California». È questo il tenore della petizione già firmata da più di 200mila danesi che propone di acquistare lo Stato degli Usa, dopo le insistenti avance di Donald Trump alla Groenlandia, che a sua volta pare ricambiare il flirt. L’isola artica gode di ampia autonomia, ma rimane sotto il controllo della corona danese. A questo punto, ironizzano i danesi, perché non giocare d’anticipo. «Ti è mai capitato di guardare una mappa e pensare: “Sai di cosa avrebbe bisogno la Danimarca? Più sole, palme e pattini a rotelle”», si legge nell’introduzione della petizione. «Abbiamo un’occasione unica, compriamo la California da Donald Trump».

SORRIDI, SEI SU CANDID CAMERA?

Insomma, da queste parti, l’Italia, dove non manca l’ironia e dove ci si prende poco sul serio, talvolta anche esagerando, stanno cominciando a porsi le prime domande: “Ma davvero questi vogliono compiere simili operazioni? O siamo alle comiche, come rappresentavano su palcoscenici scombiccherati quelle vecchie compagnie di varietà?».

La Groenlandia è un territorio danese autonomo, stop. Così come lo sono, in Italia, Friuli, Sardegna, Sicilia, Trentino e Valle d’Aosta, che dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale. E allora? «Se a qualcuno venisse in mente di incoraggiare un referendum, anche l’Italia potrebbe essere invasa?», si interrogava qualcuno in uno dei tanti salotti televisivi. «Tranquilli, le regioni autonome stanno bene come stanno, qui – come si dice – sono in un ventre di vacca, come a dire che stanno troppo bene per pensare a una rivoluzione». Allora, non passa lo straniero! E siccome siamo fatti per complicarci la vita, ci domandiamo: «Ma se i danesi ripiegassero sullo Stato di San Marino?». Visto, caro Trump, che effetto-domino?

E’ INUTILE TUONARE, QUI NON VI APRIRA’ NESSUNO

Dunque, se gli americani hanno il senso della battuta, i danesi dimostrano di non essere da meno. «Los Angeles o Løs Ångeles? California o Nuova Danimarca?», come riporta il sito le cui grafiche mettono in bella mostra una delle invenzioni danesi più note: i “Lego”.

L’agenzia Ansa ieri riportava la notizia che «…alla vigilia della visita del vice presidente JD Vance Donald Trump rialza la tensione con la Groenlandia». Nessun giro di parole: «Dobbiamo averla», ha detto il presidente americano riferendosi all’isola più grande del mondo che, si diceva, è territorio autonomo danese. «Abbiamo bisogno della Groenlandia per la sicurezza internazionale: ne abbiamo bisogno, dobbiamo averla!», ha tuonato Trump al podcaster Vince Coglianese.

Si pente, ma solo un poco. «Odio dirlo in questo modo – riprende il presidente USA – ma dobbiamo averla». Intanto la visita di Vance in Groenlandia, pare, e sottolineiamo pare, sia limitata alla base Usa. «Il ministro degli Esteri danese Lars Rasmussen – scrive ancora l’agenzia giornalistica italiana – a ha affermato di accogliere con favore la decisione di Washington di limitare l’annunciata visita del vicepresidente degli Stati Uniti Jd Vance in Groenlandia a una base aerea americana, dopo le critiche sollevate dalla presenza di una delegazione Usa alla luce delle mire di annessione del presidente Donald Trump. «Penso che sia molto positivo che gli americani abbiano annullato la loro visita sul territorio groenlandese. Visiteranno solo la loro base, Pituffik, e non abbiamo nulla in contrario», ha detto Rasmussen all’emittente pubblica Dr. La visita è prevista per domani (venerdì, per chi legge). Staremo a vedere. E sentire.

 
 
 

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