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Porto Cesareo, scende in campo la Capitaneria di Porto

  • Claudio Frascella
  • 17 set
  • Tempo di lettura: 4 min

Salento, qui si abusa!


Scattate le denunce, gli accertamenti, i controlli. Feste in mare che si sarebbero svolte senza permessi con l’immancabile musica a tutto volume. Decine di barche, viene indicato, ancorate a ridosso delle aree protette. “Le stesse aree prese in esame, classificate come SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) sono patrimonio naturale e pertanto non possono diventare la scenografia di rave improvvisati”, sottolineano le associazioni ambientaliste


Un angolo di paradiso nel cuore del Salento: Porto Cesareo
Un angolo di paradiso nel cuore del Salento: Porto Cesareo

E il Salento, da nuova oasi di felicità per tutto l’anno, in testa l’estate, si è trasformata in una meta da tenere sotto controllo. Perché, se è vero, che Lecce e dintorni, come gli stessi dintorni dei dintorni (vogliamo parlare delle province di Brindisi e Taranto?), sono ormai un grande attrattore, al tempo stesso questi rappresentano un autentico pericolo per le nazionali Riviere e Isole, intese come entità (ecco l’uso della maiuscola), che si sono viste detronizzare in breve tempo. Romagna e Versilia non sono più in testa alle cifre del turismo.

Il Salento pare abbia imparato in fretta come si faccia turismo. Ci è arrivato poco per volta, con un lavoro attento, certosino, di anni. Partendo dalla politica che ha visto lontano: invece di buttare tutto giù (ricordate un “no” secco perfino a Briatore, dopo un leggero flirt salentino respinto nelle sue comfort-zone, Forte dei Marmi e Costa Smeralda?). Ora che il Salento ha fatto registrare “sold out”, almeno sulla carta, ecco che è avanzata una larga schiera di denigratori (insomma, di professionisti del “buttiamola in caciara”): prezzi salatissimi, colazione, pranzo e cena prezzi alle stelle; idem, per villaggi, stabilimenti, ombrelloni, sdraio e lettini.


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E PARE, MA PARE, SIA CHIARO…

E, pare, stando ai primi risultati di ricerca, che il guadagno dal turismo sia diminuito del 30%. Non 10 o 20, ma 30%. E non solo. Sembra che anche qui, Salento pieno, proprio in virtù di prezzi ormai incontrollati, turisti e salentini stessi questa estate l’abbiano combinata grossa. Scattate le denunce, gli accertamenti, i controlli. Chi vivrà vedrà. Intanto atteniamoci alla fredda cronaca, ai numeri, alle notizie raccolte dalla stampa regionale, come ripreso e riportato, per esempio, dal Corriere del Mezzogiorno, il “dorso” pubblicato gni giorno con il Corriere della Sera.

In questi giorni ha riportato, per esempio, di feste in mare che si sarebbero svolte senza permessi. E non solo, a corollario di questa abitudine tanto per gradire, l’immancabile musica a tutto volume. Decine di barche, indica Cormezzogiorno, ancorate a ridosso delle aree protette. Sarebbe in questo modo che, per tutta l’estate, alcune zone del Salento, in particolare le più belle e suggestive baie del Salento si sono trasformate in discoteche all’aperto. Con una netta lotta fra il divertimento sfrenato dei turisti insieme con gli “indigeni” e l’arrabbiatura dell’altra quota di residenti e turisti che hanno segnalato caos e pericoli, manifestando risentimento per quelle che, fino a poco tempo fa, erano considerate zone ideali per grande relax.


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OCCHIO ALLA CAPITANERIA, SON DOLORI

Non sono eventi organizzati ufficialmente, ma di raduni spontanei, organizzati via chat e social. Questo documenta il quotidiano. L’appuntamento, spiega, scatterebbe di solito nel fine-settimana, quando decine di imbarcazioni, si danno appuntamento al largo di Porto Cesareo per sbizzarrirsi in ore e ore di festa, dalla tarda mattinata fino al tramonto. Quando va bene, secondo i residenti.

La situazione si complicherebbe non per il solo volume elevato della musica, ma anche il contesto. Alcune di queste feste, dice qualcuno, avverrebbero in aree marine protette, dove esisterebbe un divieto assoluto di ancoraggio e dove i fondali sarebbero particolarmente pericolosi. La Capitaneria di Porto, a tal proposito, avrebbe già accertato violazioni all’ordinanza che individua con precisione zone di transito e di sosta. Le indagini hanno acceso i riflettori su un fenomeno che, da semplice curiosità dell’estate scorsa, è diventato un’abitudine consolidata.

Secondo il Corriere del Mezzogiorno, la presenza di decine di natanti in spazi ristretti aumenta il rischio di incidenti, soprattutto quando, secondo quanto accertato, alcuni conducenti rientrano ai porti in evidente stato di alterazione. A ciò si aggiungono episodi di vandalismo alle infrastrutture portuali e danni ambientali, con carburante e rifiuti in mare.


Le acque cristalline di Porto Cesareo, località costiera del Salento
Le acque cristalline di Porto Cesareo, località costiera del Salento

OPERATORE AVVISATO, MEZZO SALVATO

L’inchiesta della Capitaneria punta a individuare gli organizzatori, ma anche a prevenire nuove criticità, tanto che per l’estate 2026 sarebbe già in cantiere un Piano straordinario di vigilanza interforze. Capitaneria con Carabinieri, Polizia di Stato e via di questo passo.

L’obiettivo, ovviamente, come fanno sapere non è reprimere il divertimento, ma riportare ordine in un contesto che, complice la popolarità dei social, è sfuggito di mano.

La linea, come riportano i giornali, è chiara: feste sì, ma nel rispetto delle norme di sicurezza e tutela ambientale. Il Salento, oggi, vive di turismo e mare, e proprio per questo, come sottolineato dalle associazioni ambientaliste, serve una riflessione collettiva. “Le stesse aree di Porto Cesareo, classificate come SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) – sottolineano le associazioni in buona sostanza – sono patrimonio naturale e pertanto non possono diventare la scenografia di rave improvvisati”.

 
 
 

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