Finalmente l’accordo, non si spara più
- Claudio Frascella
- 15 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Gaza, scoppia la pace!
Decisivo e risoluto l’intervento di Donald Trump. Nonostante qualcuno parlasse di azione a favore di telecamere, sulla Striscia è giunto il tanto atteso «cessate il fuoco». In testa con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, l’Italia. «che fin dall’inizio ha creduto al piano di pace di Trump». «Celebrata una giornata storica per la pace e una speranza costruita grazie a un lungo lavoro diplomatico del presidente americano», ha aggiunto la premier. L’Italia, insieme con Egitto, Qatar e Turchia hanno favorito il processo di pace la pace»

Israele-Palestina, finalmente l’accordo. Il presidente USA, Donald Trump ha firmato. «È il giorno più importante da quando erano esplose le ostilità con i disordini scoppiati sulla linea di Gaza!», ha dichiarato, fra le altre cose, il tycon.
Sarebbero stati rilasciati tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas. Con il rilascio dei venti ostaggi israeliani ancora in vita, «La guerra è finita, è l’alba di un nuovo giorno», ha detto a gran voce Trump. E sì che questa suoni anche come una sua personale vittoria. Vuoi per mostrare la forza persuasiva degli Stati Uniti, vuoi per l’autorevolezza e le condizioni ha impresso durante la trattativa, piegando anche le ultime resistenze di Netanyahu.

LA FIRMA, LA SVOLTA
Nel pomeriggio di lunedì era arrivata la firma al piano americano al vertice di Sharm el-Sheikh. I primi sette prigionieri rilasciati sono stati consegnati alla Croce Rossa, i restanti tredici liberati sono stati rilasciati in mattinata. Israele ha riabbracciato gli ostaggi al grido di «Fine di un incubo!».
In Israele anche Donald Trump che ha parlato in Parlamento, alla Knesset, prima di volare verso l'Egitto per la firma ufficiale dell’accordo. "È l'alba di un nuovo giorno, La guerra è finita, vorrei andare a Gaza" ha detto il Presidente Usa. Poi a Sharm:
«La seconda fase dei negoziati, intanto, secondo il presidente USA, è iniziata».
Decine di migliaia di palestinesi si sono invece affollati sono nel sud di Gaza per incontrare i prigionieri che Israele libererà. Duemila saranno i detenuti palestinesi liberati secondo l’accordo e siglato.

«ORA INSISTIAMO»
Questo è l’aspetto più gioioso dell’accordo finalmente raggiunto, anche se qualche dubbio resta. Certo, qualcosa tutto saltasse ancora per qualche ultimo dettaglio sarebbe preoccupante, come mandare a pallino l’intero castello di trattative non semplici da ricomporre. Bisognerebbe mettere in conto anche la delusione di Trump davanti agli occhi del mondo, un lusso che gli stati uniti non possono permettersi, dopo aver fatto sedere intorno a un tavolo i vari attori della vicenda. Costerebbe una figuraccia, ma ancora la vita ad esseri umani caduti ancora sotto i colpi di arma da fuoco mentre in Egitto si stavano stringendo le ultime mani e firmando gli ultimi programmi di pace.

«MERITO ANCHE ALL’ITALIA…»
«Permangono molte incertezze sulla futura governance di Gaza», ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice di Sharm El Sheikh, in una sintesi di Biagio Chiariello per conto dell’autorevole sito Fanpage.it. «Macron ha evidenziato come il presidente americano Donald Trump si sia mostrato “estremamente attento e cordiale” nei confronti del leader dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas».
L’Italia, in testa il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, fin dall’inizio ha creduto al piano di pace di Trump. «Si è celebrata una giornata storica per la pace – ha riportato la premier – e una speranza costruita grazie a un lungo lavoro diplomatico del presidente Trump, sostenuto da Egitto, Qatar e Turchia e supportato da numerose altre nazioni determinate a favorire la pace, fra queste il nostro Paese».
Fra le altre notizie, una fra le più attese. «L’Italia è pronta a nuovi aiuti umanitari per Gaza – ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani – per valutare le misure più urgenti da adottare a favore della popolazione civile; siamo pronti a inviare ospedali da campo e medici italiani per assistere i bambini palestinesi più gravi negli ospedali giordani».








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