Egiziana, gioca a volley e indossa hijab e burkini
- Claudio Frascella
- 8 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Mariam senza veli, forza Busto!
Campionessa, disputerà la sua prima stagione in Italia in serie A1. Ingaggiata da una squadra in provincia di Varese, promette scintille. In una delle sue prime interviste italiane, parla al netto di remore e giri di parole. «Sento il peso della responsabilità; essere qui, in Italia, significa aprire nuove strade per chi verrà dopo di me», dice. «Se anche solo una giovane atleta guarderà al mio percorso e penserà “potrei essere io”, allora sarà già una vittoria», aggiunge
Una giocatrice col velo! Con hijab e burkini. Prima di oggi una cosa così non si era mai vista in Italia. Ma viva la faccia, contro quel pregiudizio lento ad essere messo in un angolo. Ma l’Uyba Busto Arsizio, squadra di serie A1 femminile, è andata dritta per la sua strada: ha acquisito le prestazioni sportive di una fuoriclasse, la schiacciatrice egiziana Mariam Metwally. Fosse stata un’astuzia legata al marketing, per carità, ci faremmo tanto di cappello: in un paio di giorni, dall’annuncio dell’acquisto alla nota di colore (sia chiaro non mischiamo i fanti con i santi, la pubblicità con la religione…) che ha fatto non solo il giro d’Italia, ce ne passa.
E allora, “Chapeau!” lo stesso. Anzi due volte: primo, la squadra lombarda (Busto, ottantamila abitanti, provincia di Varese) non pensava nemmeno a tutto l’ambaradan che avrebbe scatenato questa novità per il nostro campionato; secondo, nonostante sapesse incontro a quali contrattempi sarebbe andata incontro, è andata dritta per la sua strada: le serviva Mariam nel suo sestetto base e, allora, che Mariam sia. Poi i contrattempi, se vogliamo chiamare così eventuali atteggiamenti sciocchi (ingiustificabili, sia chiaro), possono essere sempre in agguato: Ennio Flaiano soleva dire che la mamma dei cretini è sempre incinta, e come dargli torto.

DA UN PRIMATO ALL’ALTRO
Ma l’Uyba Busto Arsizio ha un altro primato: nella rosa di giocatrici che avrà a disposizione il tecnico Enrico Barbolini ci sono, infatti, giocatrici provenienti da quattro continenti diversi: Europa, Asia, America e, adesso, anche Africa. Bel primato.
Classe 1999, 184 centimetri di altezza, Mariam Metwally arriva da un percorso di altissimo livello nel panorama internazionale: prima con la maglia dell’Al-Ahly SC e poi dello Zamalek SC ha conquistato ben 7 titoli del campionato africano Women’s African Volleyball. Dunque, Mariam, prima giocatrice di serie A1 femminile con abiti tradizionali islamici. Nessun problema, taglia corto la giocatrice che ha rilasciato una bella intervista a Catucci, collega del Corriere della sera, il quotidiano italiano più letto, primo più delle volte ad annusare e scovare notizie di grande interesse. «È una questione di cultura – dice la schiacciatrice egiziana – voglio portare questo messaggio. Se mi chiedete se ho un idolo di riferimento? Beh, è lei, Gabi la giocatrice brasiliana che gioca a Conegliano».

PARLIAMO SERIAMENTE
«Da quando ho cominciato a prendere la pallavolo in modo professionale, l’Italia è sempre stata il mio sogno. Inutile fare tanti giri di parole, la vostra serie A1 è uno dei massimi campionati al mondo, farne parte mi sembra un sogno».
Il pubblico italiano l’attende alla prova del fuoco. «Sento il peso responsabilità – confessa al collega del Corsera – ma credo di avere una grande grande forza per superare eventuali ostacoli; essere qui, in Italia, significa molto più che giocare, significa aprire strade per chi verrà dopo di me, dimostrare che si può sognare oltre i confini: se anche solo una giovane atleta guarda il mio percorso e pensa “potrei essere io”, allora è già una vittoria».

VIVA L’ITALIA
Per chi prova ammirazione, insiste Mariam. «Per Gabi, ammiro la sua energia, la sua grinta instancabile: vorrei provare a fare mia questa qualità; giocare contro di lei sarà un sogno che si avvera, ma anche una sfida da affrontare con tutto quello che ho».
E per finire, come la ventiseienne schiacciatrice egiziana immagina le sue giornate in una città di oltre ottantamila abitanti. «Fatta di scoperte quotidiane: nuovi posti, nuove persone e nuovi cibi; curiosa dello stile di vita, il modo in cui si riesce a bilanciare il lavoro con il piacere di vivere: mi ritengo una donna socievole e curiosa, tanto che non vedo l’ora di conoscere gente, imparare la lingua e vivere ogni momento al massimo».








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