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“Carone”, un album dai due volti

  • Claudio Frascella
  • 14 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Pierdavide, il coraggio e l’emozione


L’incontro con Dalla, la lotta e la sconfitta di un tumore. «Di avere “il male” lo avevo detto solo un anno dopo dalla scoperta, quando lo avevo già sconfitto», racconta il cantautore di Palagianello (Taranto). «Stavo per pubblicare una canzone che raccogliesse i fondi per la fondazione ricerche “Humanitas” e quindi dovevo “spiegare” il mio gesto col fatto che loro avevano curato una malattia»


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Quando si dice «lo leggi come lo scrivi». Per fare sintesi, dire cioè che una persona non ha due caratteri, uno pubblico e l’altro privato. Oppure di un professionista, di qualcuno che ha un atteggiamento di facciata e poi compie altre scelte.

Pierdavide Carone è uno di quelli che non ti sorprende, se non con le sue canzoni. Il cantautore cresciuto a Palagianello, provincia di Taranto, si avvicina presto al mondo della musica, suonando nella rock band Whiskey & Cedro a quattordici anni e, poco prima dell'ingresso ad Amici, nei Terraròss, gruppo di musicisti della Bassa Murgia e, a seguire, si diploma al liceo musicale “Don Lorenzo Milani” di Acquaviva delle Fonti.


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ALL’ORFEO, UN TRIBUTO A LUCIO

Lo abbiamo incontrato anche al teatro Orfeo di Taranto, in un concerto applauditissimo, dedicato in parte al mito di Lucio Dalla e, in parte, com’era giusto che fosse alle sue canzoni, ai suoi successi. Da quella serie di concerti affrontati insieme con l’ICO Orchestra della Magna Grecia ad oggi sembra non sia passato tanto e, invece, ci sono due momenti, l’uscita del suo nuovo album, pubblicato lo scorso 7 novembre, e uno, di quelli che ti segnano la vita, la scoperta di un tumore, che il giovane cantautore ha combattuto da par suo.


«Ricordo il clima di grande unione con i Dear Jack – ha rivelato in una intervista al Fatto Quotidiano, rilasciata ad Andrea Bressan – era il 2020, ero in tournée con loro, ma ero un po’ un elemento esterno, perché non facevo parte della band».


«Mi sentivo, però, parte di qualcosa – continua Pierdavide – di avere il cancro lo avevo detto solo un anno dopo dalla scoperta, e quindi, da quando lo avevo già sconfitto, perché eravamo in pieno Covid, stavo per pubblicare una canzone che raccogliesse i fondi per la fondazione ricerche “Humanitas” e quindi dovevo “spiegare” il mio gesto col fatto che loro avevano curato una malattia. L’anno del tumore bisognava giustificare l’annullamento o lo spostamento delle date e, i Dear Jack, hanno fatto squadra, unendosi a me. Non l’hanno detto a nessuno e quello ha fortificato i nostri rapporti. Mi hanno protetto».



Un  frame tratto dal videoclip ufficiale di Pierdavide Carone.
Un frame tratto dal videoclip ufficiale di Pierdavide Carone.

A CUORE APERTO

Al noto quotidiano diretto da Marco Travaglio, Carone rivela anche una scelta che ai più può sembrare singolare: indossare la tuta e andare in palestra. «Rifarei la stessa cosa anche oggi, perché non bisogna subire le malattie; già di per sé è il tuo corpo che le subisce, se lasci che attacchi la tua mente lì vince: è una battaglia e, nel mio caso, l’ho vinta. Mio padre purtroppo no. Le malattie non sono tutte uguali però: il principio della battaglia è quello che conta, a prescindere dall’esito».


“Carone”, titolo, semplice e diretto. «Volevo che fosse comprensibile a tutti, che uscisse un disco dove ci sono io, la mia faccia, il mio nome, la mia storia; un lavoro personale e sincero, che arriva dopo anni intensi, tra successi, battaglie e una rinascita artistica e umana che il pubblico ha riscoperto grazie alla vittoria nel programma Ora o mai più».


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«NON VOLEVA OSCURARMI»

Lucio Dalla, la dolorosa uscita di scena del cantautore, la grande lezione dell’artista che gli ha cambiato la vita. Il Festival di Sanremo nel 2012 con “Nani”. «Un maestro in tutto: decise di non salire con me sul palco, ma di dirigere l’orchestra, per lasciarmi spazio, per farmi brillare da solo; normale che la sua presenza mi avrebbe oscurato: quel gesto, all’apparenza semplice, è stato una lezione di generosità e d’arte che non dimenticherò mai».


“Carone”, un album tutto da spiegare. «La prima parte del disco è nata in solitudine, pianoforte e chitarra, la mia anima più cantautorale, più raccolta; la seconda, invece, è fatta di incontri: duetti, collaborazioni, contaminazioni. È la mia voglia di condividere la musica con gli altri». Tra gli ospiti spiccano artisti del calibro di Alex Britti, Paolo Vallesi e Gigliola Cinquetti.

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