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Alla scoperta di nuove mete

  • Claudio Frascella
  • 23 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Quello che i turisti non dicono…


Cisternino, borgo spirituale della Valle d’Itria. Il bianco dei trulli, il verde della campagna, il rosso della terra. E ora, ecco, la promozione nei circuiti più importanti. Qui si curano anima e spirito. Viaggio in uno dei borghi più belli nel cuore della Puglia più autentica

 

Foto by Marcolino99 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15241533
Foto by Marcolino99 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15241533

Inutile ripeterselo, anche se – dicevano gli antichi – repetita iuvant. Ma in un mondo globalizzato e globalizzante, molti turisti appassionati si ritrovano a cercare nuove esperienze, autentiche, significative. L’Italia, come ripetuto più volte, ha una straordinaria ricchezza culturale e storica.

E’ un paradiso per chi ama l’arte, la natura e la gastronomia. Ma, ecco un piccolo handicap, talvolta i turisti si concentrano sulle mete più famose, dimenticandosi di un’Italia meno conosciuta, comunque meno esposta, promossa dai canali istituzionali. Questa Italia sconosciuta, molto spesso nasconde tesori imperdibili. Borghi che raccontano storie millenarie, accolgono visitatori con calore e offrono scorci di vita quotidiana lontano dal caos delle città.

Cisternino, per esempio, è uno di questi posti, non a caso dalle guide turistiche che stanno cominciando a consigliarlo “Il borgo più misterioso e spirituale della Valle d’Itria”. Bella definizione.

 

Santuario della Madona di Ibernia
Santuario della Madona di Ibernia

PASQUETTA, NON SOLO

Dunque, se desiderate visitare Cisternino in un periodo di festività, non solo a ridosso delle festività natalizie, sia chiaro, dovrete sicuramente scegliere in alternativa Pasqua e/o Pasquetta. Se non vi ci trovate, allora i primi di agosto. Pasqueredde si celebra il lunedì dopo Pasqua e si svolge nel Santuario della Madonna di Ibernia, poco fuori Cisternino. Qui si arriva in processione portando il dolce tipico chiamato “u churrüchele”, rituale tradizionale che indica prosperità e fecondità.

Prima domenica di agosto. Ricade la festa che celebra i Santi patroni, Quirico e Giulitta. Anche in questo caso si svolgono processioni, concerti e fuochi d’artificio, con il paese da decorazioni luminose. A Cisternino, dicono, proprio perché lontano da qualsiasi stress, si guariscono anima e spirito con poche e semplici regole, ma ben lontano dal caos delle grandi città.


Torre dell'Orologio - Foto di Patrice78500, CC BY-SA 4.0, https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Torre dell'Orologio - Foto di Patrice78500, CC BY-SA 4.0, https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

VISITE E TAVOLA

La visita ha inizio da Piazza Garibaldi. La Torre Grande svolge ancora la sua funzione di protettrice storica come naturale punto di avvistamento. Per vedere lo splendore del panorama, è consigliabile andare al belvedere che si trova alle spalle della Villa Comunale.

D’obbligo una fermata alla Chiesa Madre intitolata a San Nicola, per godere dal vivo il capolavoro rinascimentale della Madonna con Bambino scolpita in pietra nel 1517 da Stefano di Putignano, che poi è il tesoro d’arte più pregevole di Cisternino.

Non seguite un itinerario ben preciso: la vera bellezza sta nel perdersi per poi ritrovarsi in questo borgo dai colori vivaci come il verde degli ulivi e dei fichi e il rosso della terra unito al bianco dell’architettura.

Cosa mangiare a Cisternino. Carne scelta e appena cotta sulle griglie fuori dalle macellerie, insieme a un buon bicchiere di vino e alle chiacchiere con gli abitanti del posto: genuinità, tradizione e gusto. Tra le specialità ci sono le salsicce, le famose bombette e i gnumeredd, gli spiedini fatti con le interiora di agnello; tutto accompagnato sempre da piatti di verdure grigliate. Nei negozi trovate le friselle, le fave usate per il purè e le orecchiette che sono protagoniste della sagra che si svolge nel mese di agosto. E l’oliopugliese? E’ una delle tante bontà che, da queste parti, non si battono.

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